Russia-Ucraina, altro che tregua. Razzi, droni e scambio di accuse. Colpita anche Zaporizhzhia

Kiev denuncia: "Ogni notte raid sulle nostre città". La versione di Mosca: "Soltanto obiettivi militari"

Russia-Ucraina, altro che tregua. Razzi, droni e scambio di accuse. Colpita anche Zaporizhzhia
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Cambiare tutto, o quasi, per non cambiare nulla. È gattopardiana la situazione tra Russia e Ucraina, al punto che gli accordi sul cessate il fuoco nel Mar Nero, e lo stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, appaiono come una bella riverniciata alle coscienze e nulla più. La guerra prosegue, così come lo scambio di accuse sull'asse Mosca-Kiev tra chi ha violato nuove regole che già nascondono una certa fragilità.

Nella serata di martedì sono comparsi sui cieli ucraini gruppi di droni shahed, che si sono spostati da Kherson verso la regione di Mykolaiv, e dal Mar Nero verso Odessa. Quasi tutti i velivoli sono stati abbattuti, ma risultano almeno 30 feriti tra i civili. «Lanciare attacchi su larga scala dopo i negoziati di cessate il fuoco è un chiaro segnale al mondo intero che Mosca non perseguirà una vera pace - commenta Zelensky - ogni notte, attraverso i suoi raid, la Russia continua a dire no alla proposta di tregua dei nostri partner». Dal Cremlino il portavoce Peskov replica che «l'ordine di Putin riguardante la moratoria è in vigore e viene implementato dalle nostre Forze Armate. Le uniche attività offensive hanno riguardato aeroporti militari. Semmai siamo noi a essere stati aggrediti da Kiev». In effetti la contraerea di Mosca ha abbattuto 9 droni ieri mattina sul Mar Nero e intercettati altri 2 nel Kursk, 7 nel Bryansk e 5 nel Belgorod. Tuttavia lo stato maggiore ucraino ha respinto le accuse, dichiarando di non aver condotto alcun attacco martedì e ieri. Eppure da ore circolano in rete foto e video di esplosioni dei droni sia sul territorio ucraino che su quello della Federazione. I contendenti si rimbalzano anche le responsabilità sulla morte di Anna Prokovyeva, corrispondente militare di Channel One. Per la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova «il regime di Kiev prende di mira intenzionalmente i giornalisti russi e mina le loro protezioni legali».

Kiev continua a diffidare di Putin, e Igor Zhovkva, alto collaboratore di Zelensky, ha rivelato ieri ai media francesi che «l'Ucraina ha bisogno di un contributo serio dall'Europa con truppe pronte a combattere, e non di peacekeeper». E lo stesso Zelensky lamenta la mancanza di un budget per finanziare in maniera adeguata le forze armate, suggerendo che l'esercito dovrebbe essere finanziato dagli alleati occidentali, principalmente dall'Europa, e ne ha parlato ieri sera a Parigi con Macron. Intanto emerge che Mosca sta aprendo tre nuovi siti di lancio per i droni Shahed in tutta l'Ucraina e sta aumentando il numero di equipaggi per gli attacchi. A far infuriare ulteriormente l'establishment ucraino ci ha pensato il ministro dell'Industria russo Anton Alikhanov, che ha proposto di creare un videogioco dedicato all'uso dei droni nella guerra russo-ucraina e attende proposte pertinenti. «Ci sono possibilità di guadagnare popolarità tra il pubblico, creare un indotto economico e ideare qualcosa di emozionante», ha aggiunto con inaudita leggerezza. Un clima insomma che ha poco da spartire con tavoli negoziali e proposte per uno stop ai combattimenti in occasione della Pasqua cattolica e ortodossa (entrambe il 20 aprile).

Nel 1127° giorno di guerra Nikopol, Marganets e Pokrovsk sono finite sotto il fuoco degli occupanti che hanno anche bombardato Kryvyi Rih.

Putin ha espresso ufficialmente parole di gratitudine per le truppe che hanno liberato Sudzha (Kursk), dove dall'invasione di agosto sarebbero morti 70mila soldati di Kiev. I russi hanno danneggiato un serbatoio di carburante della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

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